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DISTURBI DELL’EVACUAZIONE

bambino_psicologia_enuresiEncopresi

L’encopresi è un disturbo caratterizzato dall’emissione volontaria o involontaria di feci in contesti inappropriati. I bambini con questo disturbo hanno un’età (6-8 anni) in cui dovrebbero essere continenti e non presentano particolari patologie a cui poter attribuire tale comportamento.

La causa è da ricercare in possibili disagi psicologici del bambino, talvolta transitori, ma che richiedono la presa in carico di una equipe di specialisti (neuropsichiatra, psicologo, educatore, neuro psicomotricista) per risolvere definitivamente il problema.

Enuresi

L’enuresi è il volontario o involontario rilascio ripetuto di urina nei vestiti o a letto in una fase di sviluppo in cui il controllo degli sfinteri dovrebbe essere acquisito, generalmente 2 anni per le femminucce, 3 per i maschietti. Le cause possono essere fisiologiche e/o psicologiche.

Cause fisiologiche dell’enuresi sono essenzialmente legate all’eccessiva produzione di urine durante la notte -poliuria notturna- o a una anomala attività della vescica -iperattività della vescica.

  • Queste due evidenze, consentono di definire i due principali tipi di enuresi:
  • monosintomatica, che si manifesta solo con il disturbo notturno;
  • non-monosintomatica, meno frequente, associata a disturbi urinari diurni.

Nel primo caso è stata ipotizzata un’alterazione del ritmo giorno/notte della produzione dell’ormone antidiuretico da parte dell’asse ipotalamo-ipofisario, con conseguente eccessiva produzione di urine durante la notte.
Se il bambino dovesse essere continente di giorno e incontinente la notte, i genitori dovranno provare a risvegliare di notte il piccolo per consentirgli di fare l’ultima pipì. Se questo non dovesse funzionare, è opportuno consultare un pediatra che, se riterrà opportuno, potrà prescrivere un liquido a base di un ormone che si chiama adiuretina che si spruzza nel naso la sera, ed è una terapia ormonale sostitutiva che potrebbe aiutarli a superare questo momento.

Quando invece l’enuresi si associa a disturbi diurni, come lo stimolo frequente e l’urgenza seguita talvolta da piccole fughe di urina, è in gioco un ritardo della maturazione vescicale che si traduce in una iperattività, con frequenti contrazioni.
Cause Psicologiche – In assenza di problematiche organiche, si deve prendere in considerazione l’inquadramento psicologico del problema.

L’enuresi non organica infatti è considerata un “disturbo comportamentale ed emozionale con esordio abituale nell’infanzia e nell’adolescenza” cosi come definito nell’ICD 10 -Manuale di classificazione dei disturbi psichici e comportamentali- che la suddivide in:

  • enuresi esclusivamente notturna, che più frequentemente si riscontra nella pratica clinica;
  • enuresi esclusivamente diurna, più rara nella pratica clinica;
  • enuresi notturna e diurna.

In tutti i casi può essere primaria (presente fin dalla nascita) o secondaria (presentarsi dopo che il bambino ha già raggiunto per un certo periodo il totale controllo vescicale).
Molto spesso è associata ad un disturbo emozionale o comportamentale. L’esperienza clinica insegna che può trattarsi di fenomeni transitori legati a eventi stressanti ed ansiogeni che vanno a incrinare la sicurezza e la stabilità del bambino e del suo sistema. Lutti, trasferimenti, nascita di fratelli o sorelle, separazione dei genitori, cambiamento di scuola o anche richieste prestazionali eccessive, legati al rendimento scolastico o al rapporto relazionale con i coetanei o con adulti importanti di riferimento.

Seppure con grande variabilità, in genere i bambini che ne soffrono sono molto sensibili e possono presentare difficoltà nella gestione delle loro pulsioni, in particolare dell’aggressività, intesa come capacità di esprimere appieno se stessi, di competere e affermarsi e anche di difendersi da eventuali conflitti con i coetanei.

Cosa fare?

Ai fini di impostare una corretta terapia, è necessario fare una diagnosi accurata che individui il fattore predominante del disturbo.

Se il disturbo è causato da una causa fisiologica le terapie consigliate sono:

  • Ormone antidiuretico sintetico e gli antispastici per la vescica, a seconda dei casi, sono raccomandati, dopo i 6 anni di età, quando le notti bagnate sono più di 2 a settimana.
  • In alternativa ai farmaci, l’agopuntura tradizionale con le sue varianti occidentali e l’allarme notturno collegato ad un sensore d’umidità.

          Se il disturbo è originato da un fattore psicologico:

  • Attivare un percorso psicologico individuale in cui il bambino possa trovare uno spazio per liberarsi di ciò che lo preoccupa ed un percorso di sostegno genitoriali in cui i genitori vengono aiutati a trovare strategie più adeguate ed efficaci per affrontare tali problematiche.

Linee guida per i genitori

  • I genitori devono comunque sempre tenere in considerazione che non esiste una prevenzione dell’enuresi e che spesso c’è una familiarità con il problema. L’importante è ricordarsi di non sgridare mai i bambini quando si fanno la pipì sotto. Finché non arrivano alla maturità, non è una loro colpa; rimproverarli è quindi inutile, oltre che sbagliato. Semplicemente non hanno ancora raggiunto la maturità neurologica che consente loro di avere il dominio dello sfintere vescicale e rettale.
    Piuttosto rassicurarli sul fatto che è un problema transitorio, citando esempi di familiari adulti che hanno avuto lo stesso problema da bambini.
  • E’ quindi importante che i genitori riflettano e si confrontino sul problema, magari parlandone con la dovuta riservatezza anche agli insegnanti, per capire se può esistere una correlazioni nel contesto scolastico. Molto utile è poter affrontare il problema considerandolo un segnale che, se decodificato, aiuta a una maggior conoscenza del bambino e del suo modo di adattarsi.