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Memoria:una delle funzioni cognitive alla base della vita

By BLU 6 anni agoNo Comments
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Siamo ciò che siamo per via di ciò che impariamo e ricordiamo

La memoria è una delle principali risorse che abbiamo non solo per ricordare la nostra storia (chi siamo- da dove veniamo-cosa ci piace) ma anche e soprattutto per crescere, svilupparci e  apprendere nuove cose. Senza la memoria perderemmo la nostra identità, il nostro senso di sé ma anche la continuità della nostra vita e della specie a cui apparteniamo.

Tutti disponiamo della capacità mnesica ma ne diventiamo consapevoli solo al momento in cui essa manifesta fragilità. Le fragilità di memoria possono manifestarsi nell’infanzia e in adolescenza compromettendo la capacità di apprendere del bambino e/o adolescente, in età adulta dove possono compromettere il senso di fiducia, l’autostima e la realizzazione di sé della persona e infine nella terza età, dove gravi compromissioni della memoria si manifestano nell’Alzheimer o nella demenza senile.

Abbiamo diversi tipi di memoria. La distinzione principale è tra memoria implicita, detta anche procedurale quella che utilizziamo in modo inconsapevole, (pensiamo a quando andiamo in bicicletta, oppure quando il bambino piccolo muove la testa verso la voce della madre) e memoria esplicita quella che utilizziamo per ricordare le cose che ascoltiamo, leggiamo, vediamo. La memoria esplicita può essere a breve e a lungo termine. La memoria a breve termine consente di tenere a mente delle informazioni per un breve periodo di tempo e di archiviarle nella memoria a lungo termine e può essere uditiva (ci arriva dal canale  verbale) e visiva (ci arriva dal canale visivo e spaziale). La memoria a lungo termine ci consente di rievocare quanto abbiamo immagazzinato anche a distanza di tempo. 

In età infantile e adolescenziale si rintracciano fragilità e/o deficit di memoria quando i bambini o gli adolescenti fanno fatica a ricordare quanto ascoltato in classe o letto da un testo e manifestano facile distraibilità, ipercinesia, ansia e  svogliatezza. In età adulta quando la memoria funziona poco o non funziona affatto la persona tende a dimenticare appuntamenti, scadenze lavorative o impegni familiari, ha difficoltà a concentrarsi, e si affatica più facilmente; ciò comporta di non riuscire a portare a termine un compito, un’attività o un impegno prefissato in modo puntuale. Ne derivano emozioni negative come ansia, frustrazione, senso di inefficacia e anche conflitti relazionali che nel lungo periodo contribuiscono ad abbassare l’autostima, il senso di efficacia e la motivazione verso quello che si svolge. Nella terza età le difficoltà possono essere di vario tipo: neurologiche, psicologiche, cognitive e come tali vanno esplorate attraverso un mirato lavoro di equipe.

Una valutazione del funzionamento della memoria, attraverso una testistica standardizzata consente di tracciare i punti di forza e le fragilità del funzionamento della memoria.  I test variano in base all’età e al tipo di sintomi riportati dal paziente. Per gli adulti tra la testistica disponibile è possibile utilizzare il MODA che consente di individuare deficit neuropsicologici (demenza senile, Alzheimer) o l’RMBT3 che indaga il funzionamento della memoria nelle aree di memoria visiva, uditiva, di apprendimento. Nel bambino piccolo la memoria può essere approfondita attraverso test cognitivi come la WISC-IV o la LEITER.

Per migliorare la memoria è possibile fare trattamenti personalizzati in base al profilo psicologico, emotivo e mnesico del paziente. Nel lavoro con i pazienti (bambini, adolescenti, adulti) infatti si lavora sia sul livello mnesico (in base al funzionamento della memoria emerso dalla valutazione) sia sugli aspetti personali del paziente (emotivi, gestione dello stress, stile di vita). Ogni paziente troverà il proprio personale modo di affrontare le fragilità a partire dai propri punti di forza.  L’obiettivo è infatti quello di allenare le aree più fragili attraverso quelle più funzionanti. I trattamenti di potenziamento mnesico sono principalmente allenamenti, il paziente può esercitare le aree della memoria e trovare le strategie più adatte a gestire la propria difficoltà. La memoria è come un muscolo e come tale necessita di essere allenata.

Dott.sa Clemente Isabella

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