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TEMPO-EMOZIONI-AZIONI Riflessioni e suggerimenti per attraversare l’emergenza

By BLU 5 anni agoNo Comments
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Nei giorni scorsi abbiamo assistito a un repentino cambiamento della nostra vita. In breve tempo la maggior parte delle persone, da sole o con le proprie famiglie, ha dovuto fermarsi, restare a casa, fermare completamente le proprie attività lavorative, oppure trasferirle nell’ambiente domestico. E mentre nel focolaio domestico si ferma la propria routine abituale e si percepiscono emozioni forti, fuori aumentano i focolai del virus e con essi la preoccupazione per sé e le proprie famiglie. Aumenta l’instabilità interiore, l’incertezza e la paura. Si diffonde il dolore. Si soffre per le perdite.

Siamo immersi in un periodo storico drammatico che ci pone fortemente, in una condizione di instabilità, una situazione che confronta con emozioni quali paura, rabbia e tristezza, ma anche con vissuti di incertezza e dubbio, si è spaesati, disorientati, confusi e ansiosi.  È un momento che sconvolge le routine e i ritmi quotidiani di tutti bambini, adulti, anziani. Costretti a casa si è coinvolti in un processo di cambiamento della quotidianità, della routine, delle attività personali, con le quali molto spesso ci si identifica. Un momento che impone di fare delle modifiche alle abitudini, al tempo, allo spazio, costringe a rallentare, richiede di adattarci. L’adattamento, appartiene alla nostra specie e agevola tali cambiamenti. Siamo programmati per adattarci e tutti abbiamo la possibilità di utilizzare questa risorsa, ognuno con i propri modi e tempi.

Come possiamo affrontare questo momento e promuovere la nostra salute?

Un primo passo è stare con le emozioni che si provano momento per momento (ansia, rabbia, paura, tristezza, dolore), stare con le emozioni vuol dire accoglierle (Come mi sento? Cosa provo? Cosa accade dentro me?), accettarne la variabilità anche all’interno della stessa giornata, riconoscerne la funzionalità, condividerle con gli altri. È altresì importante esprimere i propri sentimenti (affetto, calore, gentilezza, cura) e far circolare vicinanza umana. Possiamo farlo con gli affetti più stretti, utilizzando messaggi, chiamate, videochiamate, oppure laddove non è possibile, possiamo scrivere una lettera e/o un pensiero (da consegnare in seguito), e con chi non appartiene alla nostra famiglia (vicino di casa o persone che non conosciamo) attuando gesti altruistici e solidali.

Un secondo passo è avviare una riflessione su ciò che accade. La situazione che stiamo vivendo ci confronta con la fragilità di essere umani. Come dice il verso di una canzone delle Vibrazioni “le distanze ci informano che siamo fragili” in questo momento siamo chiamati a confrontarci con la fragilità. La fragilità umana  indica che siamo preziosi e unici ma anche che non siamo onnipotenti e non possiamo controllare tutto. Mai come in questo momento abbiamo l’occasione di confrontarci con la nostra vera essenza, con chi siamo realmente…possiamo riscoprire il valore e la preziosità della vita, delle cose che ci circondano, di quelle che abbiamo, e possiamo fermarci a riflettere sulla possibilità di cambiare certi comportamenti che stanno minacciando il pianeta e il nostro vivere. Per qualcuno questi spunti sono già arrivati, per altri erano in corso, per altri ancora sono nuovi e questo momento ne offre l’occasione. Ognuno, a seconda di dove si trova nel proprio percorso di vita, può cercare il senso a quello che sta accadendo.

Infine un terzo passo è gestire il tempo, una dimensione che in questo momento cambia: per alcuni è occasione per recuperarlo, per altri è un momento di blocco, per altri ancora è un vuoto e come tale pauroso. In ogni caso siamo chiamati a viverlo, in modo diverso ma a viverlo, perché ogni tempo è unico e ha bisogno di essere vissuto.

Per gestire il tempo vi suggerisco di distinguere due livelli:

Un primo livello è quello organizzativo:

  • definite una routine giornaliera che vi orienti: sveglia, attività del mattino, pasti, attività del pomeriggio, relax, socializzazione a distanza. Se state continuando a lavorare potete pensare di riorganizzare momentaneamente gli spazi (se non avete molti spazi disponibili usate semplicemente un tavolo o un mobile che delimiti).
  • Stilate un elenco delle cose che vorreste fare: pulizie e riordini più specifici, liberarsi di cose inutilizzate o accumulate, se avete bambini potrete coinvolgerli chiedendogli di occuparsi delle loro cose, lettura, visione di film o documentari, pittura, ascoltare musica, esercizio fisico, meditazione, cucire, ricamare, giardinaggio. Qualunque attività scegliate tenete conto di un criterio importante: il piacere, cercate di fare le cose che vi piacciono e se non vi è chiaro cosa vi piace provate e poi definite se vi ha gratificato. Potete, inoltre, approfittare di questo tempo per coltivare delle cose che avete trascurato o rinviato (ad es. leggere poesie, studiare una lingua).

Un secondo livello è quello cognitivo-emotivo:

  • Scrivere e/o disegnare le vostre emozioni per esprimere come vi sentite
  • Stilare un elenco di cose rimandate, e iniziare a fare quelle che sono possibili. È questo un modo per allenarsi e imparare a non rimandare
  • Tenere un diario dei pensieri che attraversano la mente: fermatevi ogni giorno anche solo 10 minuti e scrivete pensieri, riflessioni, spunti che vi vengono in mente. In questo momento potete lasciare un maggior spazio proprio al pensiero, troppo spesso soffocato dall’esterno, dagli impegni e dalla paura
  • Stilare una lista di propositi da mettere in pratica al termine di questo momento.
  • Fare una mappa dei desideri da realizzare e di quelli che in questo momento sono sospesi.
  • Prendersi tempo per osservare ciò che vi circonda fuori dalla finestra o dentro casa
  • Ascoltare il silenzio e o suoni della natura, notate se ci sono cambiamenti rispetto a prima
  • Riposare la mente e trascorrere dei momenti senza far nulla. Anche uno spazio vuoto è utile per la nostra salute.

Le riflessioni e le indicazioni suggerite sono di tipo orientativo. Se ciò non fosse sufficiente non esitate a contattare un professionista, non c’è nulla di male a chiedere aiuto.

Questo momento passerà e lascerà un segno: se lo vorremmo potrà essere occasione di cambiamento e crescita personale.

#Andràtuttobene

Dott.sa Isabella Clemente

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